Il Tribunale di Milano ha disposto il blocco di UberPopdi Uber su tutto il territorio nazionale con inibizione dalla prestazione del servizio. E’ stato dunque accolto il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti per“concorrenza sleale”. Critico il Codacons: “Danno enorme per gli utenti”. UberPop permette a chiunque di registrarsi come autista e usare la propria auto per trasportare, dietro pagamento, clienti. L’attività svolta da Uber attraverso la App Uber-pop è “interferente con il servizio taxi organizzato dalle società, svolto dai titolari di licenze”, scrive il giudice di Milano, Claudio Marangoni, nell’ordinanza con cui ha disposto il blocco di UberPop. La richiesta “di trasporto trasmessa dall’utente mediante l’app Uber-pop, oltre ad essere modalità tecnica già utilizzata dalle cooperative di tassisti, appare di fatto del tutto assimilabile al servizio di radio taxi”.
“La mancanza di titoli autorizzativi da parte degli autisti Uber-Pop comporta un effettivo vantaggio concorrenziale e uno sviamento di clientela indebito – scrive ancora il giudice di Milano -. Senza i costi inerenti al servizio taxi possono applicare tariffe sensibilmente minori rispetto a quelle del servizio pubblico”.
I tassisti: “Finalmente qualcuno decide” – “Siamo dovuti arrivare in aula di giustizia perché qualcuno decidesse, nessuno voleva prendersi questa responsabilità: prima di ricorrere in Tribunale ci siano rivolti a Comune, Regione, al Governo, tutto inutile”. Sono le parole di Pietro Gagliardi, responsabile sindacale per la categoria dei tassisti dell’Unione Artigiani della Provincia di Milano. “E’ una grande vittoria e non l’abbiamo fatto solo per noi e il nostro lavoro, ma anche per la sicurezza degli utenti”, ha aggiunto.
“Siamo sinceramente soddisfatti del risultato ottenuto. Il Tribunale di Milano ha infatti pienamente compreso la situazione nonostante la sua complessità”, ha invece spiegato l’avvocato Marco Giustiniani, uno dei legali delle associazioni di categoria dei tassisti che hanno presentato ricorso. “Siamo convinti che il Gruppo Uber vorrà dare un pronto adempimento a quanto stabilito dal giudice e che questa decisione spronerà le Amministrazioni a controlli più attenti di quelli sino ad oggi svolti”, ha concluso.
Il Codacons non ci sta: “Danno enorme per gli utenti” – “Un danno enorme per gli utenti, perché limita la concorrenza e riduce le possibilità di scelta per i cittadini”. Così il Codacons commenta la sentenza. “E’ impensabile che un paese moderno possa essere privato di sistemi innovativi come Uber, che rispondono a esigenze di mercato e sfruttano le nuove possibilità introdotte dalla tecnologia – afferma il presidente Carlo Rienzi -. “Ciò che serve, semmai, è integrare Uber nel mercato italiano rendendolo conforme alle disposizioni vigenti, garantendo legalità e sicurezza senza danneggiare gli altri operatori”.