Papa Francesco a Napoli, folla di fedeli, “Vi amo tutti”

Papa Francesco è a Napoli per una vista pastorale. Bergoglio è arrivato stamani prima delle 8 a Pompei dove ha percorso con la papamobile il viale del piazzale del santuario affollato dai fedeli che dalle 4,30 di questa mattina hanno cominciato a sistemarsi dietro alle transenne. Il Papa è arrivato successivamente a Scampia, prima tappa ufficiale della sua visita a Napoli. E’ stato accolto dal cardinale del capoluogo campano, cardinale Crescenzio Sepe, e a bordo della papamobile, fra due ali di folla, sta raggiungendo la piazza Giovanni Paolo II per l’incontro con il quartiere. Al suo arrivo in elicottero nel campo sportivo comunale di Scampia, proveniente da Pompei, papa Francesco è accolto dall’arcivescovo di Napoli, card. Crescenzio Sepe, dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, dal prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, e dal sindaco della Città, Luigi De Magistris. In auto, il Papa raggiunge Piazza Giovanni Paolo II dove incontra la popolazione del Rione Scampia e diverse categorie sociali in rappresentanza del mondo della cultura, della legalità, dei professionisti, del mondo del lavoro, degli emarginati e dei migranti. L’incontro si apre con l’indirizzo di saluto del Cardinal Sepe, quindi il sindaco consegna al Papa le chiavi della Città. Prendono poi la parola un immigrato della comunità delle Filippine; un lavoratore e il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Antonio Bonaiuti.

Caldoro,grande giornata per la Campania – “In attesa del Santo Padre. Una grande giornata per Napoli e la Campania. Preghiera e speranza”. Lo scrive su Twitter il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, che sta aspettando, l’arrivo di Papa Francesco a Scampia.

L’annuncio era stato dato sei mesi fa, il 19 settembre scorso, dal cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, in occasione della festa di San Gennaro. Dopo essere uscito sul sagrato del duomo, per mostrare ai fedeli che non erano riusciti a entrare in chiesa per motivi di spazio le ampolle con il sangue sciolto del patrono, il porporato era rientrato e aveva annunciato la visita: “Adesso vi dò una notizia che tutti aspettate da tempo: il Papa mi ha confermato che verrà il 21 marzo”. Francesco ha chiesto, anche in questa occasione, di “essere vicino agli ultimi”, così, dopo una prima tappa a Pompei alle 8.00 con la preghiera nel santuario della Beata Vergine del Rosario, inizierà domani la sua visita dalla periferia di Napoli, a Scampia, dove alle 9.30 avrà un incontro con la popolazione del difficile rione e le diverse categorie sociali. E’ da lì, dalla periferia nord, segnata dal disagio, dalla criminalità e dall’emarginazione, e da una piazza visitata già da un altro Papa, Giovanni Paolo II, e che oggi porta il suo nome, che comincerà il tragitto di Bergoglio nella città, con un programma serrato e ben sei discorsi nell’arco della giornata. Subito dopo, il Papa raggiungerà infatti in auto la centrale Piazza del Plebiscito, dove alle 11.00 è prevista la concelebrazione della messa. Nel segno della solidarietà anche il pranzo, condiviso alle 13.00 nel carcere di Poggioreale con un gruppo di detenuti, tra cui una decina di transessuali e malati di Hiv. Dopo l’incontro con il clero e la venerazione delle reliquie di San Gennaro alle 15.00 nel Duomo (la grande attesa è se si ripeterà in forma “straordinaria” il prodigio della liquefazione del sangue), alle 16.15 il Papa vedrà a porte chiuse centinaia di ammalati e disabili nella basilica del Gesù Nuovo, la chiesa del centro storico dove sono conservate le reliquie di San Giuseppe Moscati. Ultimo appuntamento, alle 17.00 alla Rotonda Diaz, sul lungomare Caracciolo, con i giovani e il laicato della diocesi, rispondendo anche ad alcune domande in un dialogo con i fedeli. La partenza del Papa in elicottero dalla Stazione Marittima è prevista alle 18.15, col congedo dalle autorità che lo hanno accolto all’arrivo e lo hanno seguito per l’intera giornata, il card. Sepe, il sindaco Luigi De Magistris, il presidente della Regione Stefano Caldoro.

Papa Francesco.

«Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli – è stato il testo letto dal Pontefice – umile serva del Signore, proclamata Regina del mondo, dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo». «Coronata di dodici stelle – ha proseguito -, tu ci porti al mistero del Padre, tu risplendi di Spirito Santo, tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza, unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario, tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio».

«Madre e modello della Chiesa – ha continuato il Papa – tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un’anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell’odio e del sangue, le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore».

«O Rosario benedetto di Maria – è stata la conclusione della supplica – catena dolce che ci annoda a Dio, catena d’amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l’ultimo respiro ci immergerà in un’onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo».

«Napoli, ti porto nel mio amore e porterò tutto il mio amore ai napoletani», è il messaggio affidato al quotidiano «Il Mattino» da papa Bergoglio, attraverso il suo uomo di fiducia, ufficiale della segreteria di Stato e cerimoniere pontificio, Guglielmo Karcher.

«Non vedo l’ora di abbracciare i napoletani, sono perbene e solari. Il mondo ha bisogno di persone che hanno una visione positiva della vita», ha confidato il santo Padre al suo cerimoniere. «Tra di noi, napoletani e argentini, esiste un forte legame a prescindere», aggiunge Karcher. «Per noi, la vostra città non è importante soltanto per Maradona, ma anche perché nel nostro Paese vivono tantissimi uomini e donne di origine napoletana. E poi c’è san Gaetano, che è seppellito a San Paolo Maggiore, e che è trai santi più amati in Argentina. Quindi l’entusiasmo è grande. Il Sud dell’Italia fa parte del nostro Dna», conclude.

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