Marcia contro l’Inquinamento, firmata dai Sindaci una lettera (FOTO)

Tutti i Sindaci che hanno preso parte alla Marcia contro l’inquinamento hanno sottoscritto una lettera che sarà inviata alle istituzioni competenti.

Ecco il testo integrale:

Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Consiglio
Al Presidente della Regione Campania
Al Presidente della Provincia di Avellino
Al Presidente della Provincia di Salerno
Al Presidente della Provincia di Napoli
Al Sindaco di Solofra
All’ARPAC
Al Comando Carabinieri Reparto NOE
Alla Polizia Provinciale
All’ASL di Avellino
Sempre più spesso, guardandoci intorno, ci chiediamo se quanto accade sui nostri territori si può definire disastro ambientale per l’intero bacino idrografico del Fiume SARNO.
Molti dati lo dimostrano ed una sentenza della Corte di Cassazione Penale della III sezione, la n. 9418, già nel 2008 diceva:
“Quando l’inquinamento assume dimensioni sempre più consistenti a causa dell’imponente e continua contaminazione delle acque superficiali, acque sotterranee, mare, suolo, atmosfera, flora, fauna e della popolazione umana, con portata distruttiva per l’ambiente e persone, e per la prorompente diffusione sia diretta che indiretta nei confronti di un numero indeterminato di persone e di specie animali e vegetali e che è con ogni probabilità non risanabile con normali opere di bonifica” … allora SI che si può!
Premesso che esistono vari tipi di inquinamento di aria, acqua e suolo e che varie possono essere le cause che lo determinano, quando parliamo di inquinamento, generalmente, ci riferiamo in particolare alle attività antropiche, cioè quelle provocate dall’uomo.
Le più pericolose restano, purtroppo, quelle risultanti dalle attività industriali, ma anche agricole e domestiche, che fanno uso di prodotti chimici, spesso sconsigliati, e che per agevolare la produzione, o ridurre tempi di attesa, l’uomo usa indisciplinatamente!
A queste, ovviamente, si aggiungono tutte le mancanze per una corretta gestione del sistema: assenza di fognature, progettazioni senza rete duali, mancanza di collettori, incapacità, vecchiaia, ed in alcuni casi assenza di depuratori.
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Siamo a Solofra perché?
Di sicuro non contro i Solofrani e gli imprenditori onesti, ma perché rappresenta il punto di partenza delle acque del torrente Solofrana, che poi riversano, insieme a quelle del Cavaiola e di tanti altri corsi torrentizi, nell’alveo comune Nocerino, il quale a sua volta si congiunge con il Vero Fiume SARNO.
Solofra non è la meta, ma un punto di partenza, proprio perché potrebbe essere a modello di quella che sarebbe una gestione ottimale del ciclo delle acque, avendo già una rete di condotta delle acque addirittura tripla, ma, e lo dobbiamo dire, non ha mai visto completato quello che è il sistema predisposto per il controllo delle acque in entrata ed uscita dalla fabbriche, con relativo quadro di controllo generale, sistema che invece vediamo in funzione in aree simili, come quella di Prato.
Altro aspetto, è appunto l’insufficienza e la vetustà del depuratore del ciclo di acque industriali, gestito dal COGEI (ma già conteso), che già in periodo di tempo asciutto presenta livelli di sfioro delle acque, le quali, con poca pioggia, tracimano “naturalmente” nel torrente che lo costeggia.
Così come non possiamo negare la presenza nelle falde, oramai conclamata, di tetracloretilene, e di cromo nei terreni interessati a seguito delle esondazioni; prodotti da sempre usati nella finitura della lavorazioni delle pelli, ma che sicuramente sono in uso anche in altri processi industriali.
Questo non significa che gli imprenditori siano i colpevoli, ma nemmeno che debbano far finta di non sapere che operano in una situazione “non conforme” e che spesso, per colpa di “qualcuno” che non osserva il regolare operato per il trattamento delle acque residue, sversa abusivamente!
Tutto questo, insieme ad altro che si aggiunge man mano che scendiamo nella Valle del Sarno, sta alterando l’ambientale, compromettendo l’ecosistema e danneggiando alcune forme di vita e la stessa salute di noi cittadini tutti, partendo proprio dai Solofrani e Montoresi.

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Quali sono i rischi per la salute umana?
“Sono oramai dimostrati i legami tra agenti inquinanti e salute umana, in particolare con alcune malattie come: cancro, lupus, disturbi del sistema immunitario, allergie e asma. Secondo i dati comunicati dagli esperti della Commissione Ue, proprio l’asma e le allergie rappresentano le malattie croniche più diffuse in Europa. Particolarmente responsabili, gli inquinanti atmosferici”.
Cosa chiediamo per contrastare l’inquinamento e far sì che vi sia uno sviluppo sostenibile?
1) Censimento delle condotte e degli scarichi della rete fognaria e dei pozzi, sia aziendali che civili;
2) Verifica ed obbligo di collegamento di tutte le aziende al depuratore consortile;
3) Adeguamento dimensionale ed ammodernamento dei depuratori con monitoraggio in continuo sulla qualità delle acque e controllo tramite telecamere sulle condotte che confluiscono in canali, torrenti e fiume;
4) Monitoraggio puntuale tra acqua in entrata e reflui conferiti al depuratore da parte delle aziende, con pagamento del canone di depurazione in base all’acqua consumata, anche attraverso sistemi automatizzati di controllo della quantità e qualità delle acque reflue, creando sistemi di tariffazione premianti per le aziende meno inquinanti. (Modello del Distretto Santa Croce sull’Arno)
5) Realizzare una rete di monitoraggio strategico ambientale (aria, acqua e terra) che, collegata in tempo reale ad un sistema centrale, permetta interventi repentini per arginare tutte le problematiche che dovessero insorgere a valle di Solofra.
6) Manutenzione ordinaria e straordinaria del reticolo idrografico ad opera di un unico soggetto, con particolare attenzione alla pulizia dei letti di torrenti e fiume, delle vasche esistenti ed alle condizioni degli argini;
7) Ampliamento del Parco Regionale del Sarno in modo che inglobi anche Cavaiola e Solofrana;
8) Istituzione del Santuario dell’Acqua del Bacino del Sarno;
9) Intensificazione dei controlli da parte degli enti preposti con adeguamento del potere sanzionatorio con l’implementazione di un presidio fisso del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri a Solofra;
10) Caratterizzazione di terreni ed acqua con programmazione dei fondi necessari per le attività di bonifica e riqualificazione;
11) Monitoraggio delle falde dell’intero bacino da Solofra a Torre Annunziata;
12) Controllo sui prodotti semi lavorati proveniente da paesi esteri dove è ancora altamente usato cromo esavalente.
13) Eliminazione progressiva dalla produzione di composti chimici pericolosi e dei pesticidi dall’agricoltura, riducendo, quanto più possibile, i processi che determinano produzione di diossine e PCB;
14) Partecipare, nella persona dei rappresentanti di comitati ed associazioni in campo, ai tavoli di confronto ed essere parte attiva di qualsiasi decisione.
Tutto questo, unito ad una rivisitazione di quello che è stato definito Progetto Grande SARNO, ma che si è dimostrato davvero piccolo nell’affrontare la riqualificazione delle aree di interesse, permetterebbe anche di risolvere ed arginare il problema idrogeologico, potendo recepire acque, finalmente compatibili, in piccoli e diffusi invasi, lungo le aste fluviali, che, insieme al rifacimento degli spondali, la rinaturalizzazione degli argini, una programmazione per poter rendere permeabili parcheggi e realizzare water plaza, così come l’avvio di tetti verdi ed orti urbani e, perché no, anche vasche di laminazione pedemontane.
Crediamo che oramai è noto a tutti che non siamo più sparuti cittadini, ma una Comunità in cammino che vuole il Bene del proprio Territorio in tutti i sensi, basandosi non su mere operazioni economiche, ma sulla condivisione di idee e progetti tra soggetti direttamente interessati e che chiedono ascolto a Voce sempre più alta.
Chiediamo, quindi, un IMPEGNO SERIO e CHIARO, affinché la lotta all’inquinamento si faccia attraverso politiche reali e culturali, chiarendo che Solofra non è l’obiettivo, ma il punto di partenza e sapendo che, se sarà necessario, siamo disposti ad andare sino in Europa, che pure già abbiamo interessato, per chiedere ascolto ed intervenire in maniera forte e chiara.
Foto di Gerardo Scafuro:

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