L’incidente: “Mi sono ritrovato sull’asfalto, non sentivo più il mio corpo”. Antonio, 52 anni, imprenditore napoletano si racconta alla nostra redazione, una lettera aperta per spiegare l’importanza della vita!
“Era una domenica di luglio e come al solito avevo organizzato il mio tour in moto, fino a quando quel giorno la mia vita è cambiata. L’ incidente mi ha regalato la consapevolezza di amarsi per quello che si è, di andare oltre ogni frivolezza, di donare amore anche dinanzi alla persona più prepotente che si possa incontrare. Infondo la vita è un brivido che vola via e ciò che lasci è solo l’impronta del bene che hai regalato. Inutile seminare tempesta”.
Antonio si schianta in moto a 100 Km/h sul raccordo AV- SA su automobile incolonnata per coda. Viene, subito soccorso, ma la situazione è delle peggiori, si riscontrano fratture ovunque. Dopo mesi di ospedale presso il Cardarelli di Napoli, e un periodo di coma, lo sguardo sulla sua vita è cambiato.
Un messaggio prioritario, si cristallizza dentro di lui, addirittura nel corpo. Un segno indelebile che ricorda la nostra semplice e disarmante vulnerabilità nel mondo, chi sei? Nessuno dinanzi alla vita. «Mi sono trovato sull’asfalto,muovevo solo la testa non sentivo il mio corpo se non un dolore fulminante che mi lasciava senza respiro. In quel momento ricordo di essere arrabbiato, perché non credevo che lì sull’asfalto c’ero io e che stavo morendo come un cretino.
Ricordo il rumore, l’odore del sangue, la testa leggera, ricordo la visione delle mie braccia spappolate, dentro la tuta il corpo era tutto girato, la pancia che esplodeva. Ricordo la gente intorno a me. Ero convinto che sarei morto e invece dopo 40 giorni di coma, mi sono risvegliato».
Antonio ha sperimentato l’impotenza, la dipendenza dagli altri la fragilità.
L’uomo è fatto così. Ma poi Antonio aggiunge: «Di tutto quello che mi è accaduto nella vita l’unica cosa che non cambierei è stato proprio quell’ incidente stradale». Non è un irriverente elogio alla sofferenza, l’incidente mi ha regalato non solo il dolore che mi ha segnato profondamente, ma anche la consapevolezza di vivere e accettarsi per ciò che si è, accettare la libertà altrui nel rispetto delle loro scelte, senza impormi con prepotenza e arroganza. No, non auguro a nessuno di schiantarsi con una moto, eppure a me è successo, e sono diventato più vivo di prima».