Imbattersi in un procedimento giudiziario civile e’ cosa non certo utopica. Circa l’11% della popolazione residente in Italia nella fascia dai 18 anni in su, ovvero 5 milioni e 500 mila persone, dichiara di essere stata coinvolta almeno una volta in un contenzioso civile. Lo dice un rapporto Istat riferito all’anno 2015 e pubblicato ieri. La zona d’Italia con più contenziosi e’ il Nord-Est, seguono Meridione e Isole.
I dati che sorprendono e fanno riflettere però sono quelli relativi alla rinuncia: 1,5 milioni di persone, coinvolti in procedimenti civili, rinuncia strada facendo sia per i costi eccessivi da sopportare sia per i tempi di attesa. Spesso proprio i costi sono elevati rispetto ai vantaggi conseguibili. Oltre il 17% dichiara che la risoluzione definitiva delle controversie civili supera i 5 anni. Il 40% riesce invece a risolvere il tutto in cinque anni. Il dato generale che deve far riflettere maggiormente e’ quello sulla insoddisfazione generale: circa il 67% risulta insoddisfatto. Praticamente due persone su tre.
Giustizia civile,italiani sempre più insoddisfatti
Spesso l’insoddisfazione generale è dovuta sia all’aspetto temporale che a quello economico. Addirittura il 70% ha dovuto sostenere costi imprevisti per far valere quello che si pensa essere un proprio diritto. Per trovare una soluzione efficace, sempre secondo i cittadini intervistati, bisognerebbe soprattutto ridurre la durata dei procedimenti, semplificare gli aspetti burocratici e garantire puntualità alle udienze. Buona parte dei cittadini individua nel rapporto umano con i magistrati il fattore di maggiore criticità. Tre su dieci ritengono che i giudici dovrebbero “prestare maggiore attenzione alle ragioni delle parti” o garantire una maggiore “imparzialità’’’. Imparzialità, pilastro fondamentale per una buona giustizia. In fondo la legge e’ uguale per tutti, o sbaglio?