Tragedia in Egitto, al Cairo almeno 18 tifosi nono morti e una ventina di feriti in scontri tra ultrà e forze di sicurezza prima di una partita di calcio. Lo hanno reso noto fonti mediche e delle forze dell’ordine della capitale. La causa scatenante lo scontro sarebbe il divieto da parte della sicurezza ad alcuni tifosi di accedere alla gara tra Zamalek e Enppi. Secondo la versione dei tifosi dello Zamalek, i morti sarebbero invece 22 (sulle pagine internet del gruppo si fanno anche i nomi delle vittime).
La polizia, hanno riferito le fonti, ha usato gas lacrimogeni durante l’operazione per respingere l’assalto all’impianto messo in atto dal gruppo White Knights. Questi ultimi non avevano ottenuto il biglietto per assistere al match (il primo di campionato in cui erano ammessi tifosi dopo la tragedia di Port Said) e secondo ricostruzioni sarebbero stati bloccati in una specie di “gabbia”, dove poi sarebbero stati sparati dei lacrimogeni. Da lì i tentativi di fuga e i decessi nella calca). Il ministero dell’Interno ha confermato il disastro, senza essere ancora in grado di comunicare il numero preciso delle vittime, da ritenersi dunque provvisorio. Il match non è stato immediatamente sospeso (la Federcalcio ha “premuto” perché si giocasse), ma uno dei giocatori dello Zamalek, Omar Gaber, si sarebbe rifiutato di giocare la partita contro l’Enppi. Lo riferiscono i tifosi sui social network. Gli ultrà entrati nello stadio, alla notizia delle vittime negli scontri, si sono girati mostrando la schiena al campo da gioco. L’atmosfera resta tesissima e rischia di degenerare ulteriormente se verranno confermate le voci di prossimi arresti dei capi ultrà.