Napoli – Luigi De Magistris sindaco di Napoli, è sotto l’occhio del ciclone, l’accusa questa volta lo “coinvolgerebbe nell’assegnazione di un popolare a una famiglia di camorristi”.
Si tratta della famiglia di Davide Francescone, 33enne condannato a 10 anni per associazione mafiosa e arrestato 5 anni fa a Marano (Napoli) dopo una lunga latitanza e un tentativo di fuga.
Secondo le indiscrezioni rivelate da alcuni quotidiani, sarebbero tre le case popolari contestate, perché assegnate a persone ritenute vicino ad ambienti malavitosi. E tre le delibere che i funzionari dell’Ufficio Casa si sarebbero rifiutati di firmare, prima dell’arrivo del parere dell’avvocatura comunale che ha dato torto agli stessi funzionari, dando di fatto le case alle famiglie dei clan.
DE MAGISTRIS – Il sindaco partenopeo Luigi De Magistris si difende e minaccia querele: “Leggo che il Comune di Napoli dà le case ai camorristi, questo non corrisponde alla fotografia di quel che fa l’amministrazione comunale. Verificheremo se ci sono stati errori e ci tuteleremo in ogni sede contro chi danneggia l’immagine della nostra città”.
Ma sul primo cittadino di Napoli è già scoppiata la bufera. “L’interpretazione della norma fa a pugni con il buon senso, chi si è macchiato di crimini non può passare davanti agli altri, il Comune trovi il modo per allinearsi con il buon senso”, ha commentato il ministro della Coesione territoriale Claudio De Vincenti.
Ancora più duro il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: “Quando si assegnano le case, i Comuni hanno l’obbligo di verificare chi siano gli assegnatari chiedendo i carichi pendenti”.