La situazione delle banche a rischio fallimento sta tenendo con il fiato sospeso migliaia di risparmiatori. Dopo il decreto salva banche che ha riguardato Banca Etruria, CariChieti, Banca Marche e CariFerrara, sarebbero 10 gli altri istituti che potrebbero vedere un intervento da parte del governo ed il probabile bail-in, la nuova procedura decisa a livello comunitario che prevede che a contribuire a ripianare il buco siano i clienti. Cosa accadrà, invece, riguardo alle voci di prelievo forzoso? Cerchiamo di fare il punto.
Elenco banche a rischio fallimento, ultime news
Secondo quanto scrive Libero Quotidiano, sarebbero 10 le banche a rischiare pericolosamente il crack. Tra di esse ci sarebbe anche la campana BCC Irpinia. Ecco l’elenco fornito dal quotidiano milanese:
- Istituto per il credito sportivo;
- Cassa di risparmio di Loreto (controllata da Banca Marche);
- Bcc Banca Brutia (Cosenza);
- Banca Padovana credito cooperativo;
- Banca di Cascina (Pisa);
- Cassa Rurale di Folgaria;
- Banca popolare dell’Etna;
- Banca popolare delle province calabre;
- Bcc Irpina;
- Bcc di Terra d’Otranto.
Secondo quanto reso noto il 23 novembre da Bankitalia, i dieci istituti presenterebbero bilanci in rosso e molte sofferenze che potrebbero determinare una procedura molto simile a quella che ha scosso recentemente l’opinione pubblica.
Prelievo forzoso e banche a rischio prelievo forzoso: cosa devono fare i correntisti?
Cominciamo con il fare ordine. Come si legge sul blog economico Affari Miei, infatti, esiste un ordine di priorità ben definito in caso di fallimento. In particolare, i primi a dover mettere mano al portafoglio sarebbero gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati, cioè coloro che hanno acquistato obbligazioni più a rischio che vedono il loro credito meno privilegiato nei confronti degli obbligazionisti tradizionali. E poi? Poi scatterebbero i prelievi su conti correnti e conti deposito ma soltanto per chi ha depositi per più di 100 mila euro. Al di sotto di tale cifra, infatti, opera il Fondo Interbancario di Tutela Depositi che ha proprio lo scopo di proteggere i risparmiatori. Il c.d. prelievo forzoso, dunque, è un’ipotesi molto difficile nel senso più allarmante: i piccoli correntisti, infatti, dovrebbero essere tutelati. Ne va, del resto, della credibilità dell’intero sistema bancario italiano.
Chi deve investire liquidità, in questa fase, è meglio che lo faccia non acquistando obbligazioni bancarie o azioni delle banche più esposte: prima di sottoscrivere qualsiasi contratto è bene leggere attentamente e farsi assistere da un legale o da un consulente finanziario indipendente dall’istituto proponente.