Rabbia? Arrabbiarsi? Rappresenta uno stato psichico comunemente innato negli esseri viventi, in modo particolare la rabbia è uno stimolo molto frequente negli esseri umani. Purtroppo possiamo farci ben poco, quando siamo arrabbiati tutti i freni inibitori lasciano spazio all’irrazionalità, e spesso, abbiamo atteggiamenti aggressivi sia verbali che fisici. Alcuni caratteri riescono a controllare lo stato d’animo negativo, tuttavia una grande maggioranza proprio non riesce ad accettare magari una provocazione, finendo per infuriarsi.
Un vecchio detto diceva, arrabbiarsi fa male al fegato, bhe magari non danneggia il fegato ma sicuramente aumenta notevolmente la possibilità di avere un #infarto, secondo gli esperti raddoppierebbe addirittura i fattori di rischio. Lo studio è stato condotto su circa 12 mila pazienti, dunque decisamente una valutazione su larga scala, è stato eseguito dal Population Institute Health Research, e condotto in 50 paesi nel mondo.
Arrabbiarsi raddoppia rischio infarto: la ricerca
Lo studio ha preso in esame dodicimila pazienti colpiti da attacco cardiaco, per cercare di capire quanto un stato emotivo alterato potesse contribuire ed in quale misura al rischio infarto. Gli studiosi hanno cercato di capire cosa stessero facendo i pazienti 60 minuti prima dell’infarto confrontandoli successivamente con le 24 ore precedenti. I risultati emersi non lasciano molti dubbi, quando ci si trova in uno stato emotivo di rabbia, associando magari un’attività fisica molto intensa il rischio infarto è molto più elevato. In pratica quando la collera ci invade fino al punto di avvertirla fisicamente, il cuore batte più rapidamente, la pressione si alza, le coronarie si stringono e aumenta la probabilità che placche aterosclerotiche si distacchino, formando dei trombi.
Le forti emozioni generano infarto
È emerso concretamente come il 13,6% dei pazienti un’ora prima dell’infarto fosse impegnato in sforzi fisici importanti e il 9,1% lo era stato nelle 24 ore precedenti. Il 14,4 per cento dei pazienti invece aveva avuto un attacco di rabbia, di angoscia o era emotivamente sconvolto nell’ora precedente l’infarto, mentre il 9,9% aveva vissuto gli stessi sentimenti il giorno precedente. Infine gli attacchi erano stati registrati quasi sempre in un intervallo temporale di 12 ore, dalle 6 di mattina alle 6 di pomeriggio. Dunque più l’emozione è vicina, più è elevato il rischio che spezzi il cuore. Bisogna quindi cercare di contenere la propria rabbia, per quanto possa essere certe volte complicato, soprattutto nelle persone già affette da ulteriori patologie arrabbiarsi potrebbe rivelarsi molto pericoloso.
Quando proprio non riuscite a contenere il vostro stato eccessivamente alterato, provate quantomeno a rilassarvi, sedetevi, riprendete il controllo della vostra mente e soprattutto cercate di respirare a pieni polmoni per contenere i battiti cardiaci accelerati. Rischiare di morire di rabbia non è proprio massimo della vita.