Svolta nella medicina, positivi i primi test del vaccino contro il colesterolo

Secondo i ricercatori europei del Dipartimento di Farmacologia Clinica della Medical University di Vienna, vengono definiti “positivi” i primi test sperimentati per il vaccino contro il colesterolo. La soluzione ad uno dei problemi che comporta malattie importanti è vicina.

Ad annunciarlo è un articolo pubblicato sullo European Heart Journal. I test finora svolti hanno avuto buoni risultati, grazie alle produzione di anticorpi contro gli enzimi nocivi PCSK9, riuscendo ad abbattere il colesterolo cattivo per più del 50%, di abbattere del 64% i danni aterosclerotici ai vasi sanguigni e di ridurre del 21-28% i marcatori biologici spia di infiammazione vascolare.

Le prove svolte in laboratorio sugli animali, hanno portato i ricercatori, grazie agli ottimi riscontri ottenuti, ad iniziare i test anche sugli esseri umani. Riduzioni importanti, dunque, con il vaccino che sarà sperimentato a breve sui pazienti, con gli addetti ai lavori in attesa di ulteriori conferme positive. Al momento il nome della “pozione magica” è AT04A, è stato sviluppato dall’azienda austriaca Affiri, viene iniettato sottopelle e aiuta il corpo a produrre un particolare anticorpo capace di combattere l’enzima PCSK9, che i medici ritengono il primo grande nemico dell’organismo, perchè impedisce lo smaltimento del colesterolo. Senza il PCSK9, l’organismo lavora più semplicemente e il sangue viene ripulito dal cosiddetto LDL. In sintesi, il vaccino mette a freno l’aterosclerosi e consente di ridurre l’accumulo di grasso, evitando così che le arterie vengano ostruite.

I ricercatori stanno valutando la sicurezza e l’attività di AT04 e di un altro composto denominato AT06A in 72 volontari sani. Va anche aggiunto che gli anticorpi anti-PCSK9 (indirettamente anti-colesterolo) sono rimasti funzionali durante tutto il periodo di studio e le concentrazioni restavano elevate anche a ricerca conclusa. Sui pazienti i test di prova dovrebbero terminare nel 2018 e, in caso di esito positivo, potrebbero dare il via ad una terapia di lungo termine. Lo scienziato Gunther Staffler, Chief Technology Officer di Affiris ha spiegato che “se i risultati saranno confermati anche sull’uomo e se l’effetto del vaccino perdura a lungo dopo la somministrazione, si potrà sviluppare una terapia a lungo termine che, dopo la prima somministrazione, necessiterebbe solo di un ‘richiamo’ annuale. Un vero e proprio approccio immunoterapico, efficace e conveniente per i pazienti, che aumenterebbe l’adesione al trattamento”.

Nell’editoriale di commento, Ulrich Laufs (Saarland University, Germania) e Brian Ference (università di Bristol, Uk, e Wayne State University School of Medicine di Detroit, Usa) definiscono il vaccino “piuttosto promettente”, ma precisano che “la sicurezza e gli effetti immunitari a lungo termine nell’uomo vanno valutati molto attentamente”. Fra le ipotesi di rischio ci sarebbe la “possibile insorgenza di diabete”.