Le vedove allegre sono più arzille e meno stressate. Gli uomini? Tristi e depressi

Le vedove, o meglio tutte le donne che sono rimaste single e hanno attorno ai 65 anni di età, sono più sane, più attive e meno stressate: a dirlo uno studio tutto Italiano, condotto da un gruppo di ricercatori dell’università di Padova e dell’Istituto di neuroscienze del Cnr.

La solitudine fa bene? Un poeta del 400 affermava, “gli uomini e le donne sono delle isole, hanno bisogno di confinare con altre isole, ma vivere libere e sole”. Forse è un concetto troppo “duro”, ma per certi aspetti potrebbe avere un suo valore intrinseco, soprattutto quando si raggiunge una certa età.

Ma tra uomini e donne, chi ne trarrebbe vantaggio nel vivere l’ultima parte della propria vita in solitudine? Chiaramente per solitudine s’intende vivere da single, non escludersi totalmente dal mondo, in quel caso i problemi sarebbero altri. Dunque, meglio soli che male accompagnati, il matrimonio è la tomba dell’amore, bhe, si potrebbe continuare per ore elencando tutti i luoghi comuni legati alle coppie, tuttavia, uno sembra essere decisamente appropriato, le vedove, e le single sono decisamente allegre! Infatti, secondo quanto riporta uno studio realizzato dall’Università di Padova e dall’Istituto di Neuroscienze, e pubblicato da «Journal of Women’s Health», le donne sole vivrebbero meglio. Lo studio ha analizzato i dati di 1.887 uomini e donne over 65 monitorati per 4 anni o più.

Dallo stesso sarebbe emerso come le vedove allegre e le donne sole over 65, vivrebbero decisamente una vita più serena, tranquilla, emotivamente meno stressata, e soprattutto, sempre secondo lo studio, ripreso da diversi giornali internazionali, le donne sole, ad una certa età mostrano un rischio di fragilità e depressione ridotto di circa un quarto, rispetto alle sposate. Per quanto possa sembrare un tantino egoistico, le donne, soprattutto quelle rimaste vedove, una volta sole e come se si liberassero dai tanti, troppi, stressanti momenti di vita quotidiana passati per anni con il proprio compagno, dall’accudire la casa, ad accudire lui stesso, lavare, cucinare, insomma una sorta di badante, e nonostante nella maggior parte dei casi lo si è fatto con amore e dedizione, inconsciamente quando si rimane sole, dopo aver assorbito il lutto, si vice decisamente più rilassate.

Completamente opposto invece l’atteggiamento dell’uomo, che proprio non riesce a stare senza una donna, soprattutto in età adulta. il maschio sente l’inconscio bisogno di protezione “materna”, e dunque hanno 3 volte di più la probabilità di incorrere in disturbi come depressione, debolezza e perdita di peso non voluto, rispetto ai coniugati. In questo caso accade esattamente il contrario, l’uomo sente il bisogno di essere accudito, una sensazione innata, trovare il pasto caldo, i vestiti puliti, e quando questo viene a mancare e dunque dover fare tutto da solo, le patologie sopra citate prendono il sopravvento. Chiaramente per entrambe le situazioni è solo una casistica, e come tale va presa, ci sono anche uomini che vivono meravigliosamente bene da soli, cosi come donne che vivono male senza compagno.

Autrice dello studio la ricercatrice padovana  Caterina Trevisan che  ha sottolineato che «Dal momento che le donne vivono più a lungo dei maschi possono anche soffrire di effetti da carico di lavoro, in quanto spesso si dedicano alla cura dei loro mariti nella vita adulta». In effetti per i maschi il risultato è decisamente opposto: il matrimonio a lungo andare ha un effetto benefico.