Lo rivela il ministero della Salute,la diminuzione è pari al 5% nel 2015. Cresce il numero dei medici obiettori: 70%
Una buona notizia per quanti lottano per il diritto alla vita, gli aborti nel bel paese sono calati del 5% nell’ultimo anno ed è la prima volta che in Italia si scende sotto la soglia dei 100.000 casi, Basti pensare che nell’ultimo ventennio la soglia degli aborti superava largamente quota 200mila, nel 1982, furono addirittura 234mila. I dati arrivano direttamente dalla relazione che ogni anno il Ministero della Salute effettua in questo specifico campo e che riguarda l’applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Un dato in aumento riguarda invece il numero dei medici obiettori di coscienza, dal 69,2% del 2006 al 70% del 2015.
Dati italiani fra i più bassi – Il dato italiano rimane tra i più bassi di quelli osservati nei Paesi industrializzati. Un aborto su tre riguarda una donna straniera, mentre fra le minorenni il tasso di abortività è del 4,1 per 1000. Resta costante, ed è la più bassa a livello internazionale, la percentuale di aborti ripetuti: il 26,8% delle Ivg viene effettuata da donne con una precedente esperienza.
La pillola Ru486 – È stato registrato un incremento dell’uso della pillola Ru486, impiegata nel 9,7% (in totale 8.114 casi) di tutte le interruzioni volontarie di gravidanza nel 2013. L’aborto farmacologico contava 3.836 casi nel 2010 (3,3% del totale) e 7.432 casi nel 2011 (6,7%).
Medici obiettori– Nonostante un lieve aumento generale dei medici obiettori, il numero degli stessi nei consultori è molto inferiore rispetto a quello registrato nelle strutture ospedaliere.Con 1,6 aborti a testa a settimana, la relazione conferma che “il numero di medici non obiettori risulta quindi congruo, anche a livello sub-regionale, rispetto alle interruzioni effettuate, e non dovrebbe creare problemi nel soddisfare la domanda“. Le regioni dove per le donne è più difficile abortire sono il Molise (93,3% di obiezione), la Provincia autonoma di Bolzano (92,9%), la Basilicata (90,2%), la Sicilia (87.6%), La Puglia (86.1%), la Campania (81.8%) e Lazio e Abruzzo (80,7%).