Il mese di febbraio, che si sta avviando alla sua conclusione, ha riservato diversi cambiamenti per i tanti che fruiscono dell’energia elettrica, ma partiamo con ordine.
La scorsa settimana inizia a girare una notizia bufala via Whatsapp. All’interno, in pratica, si invitava a non pagare la prossima bolletta come forma di protesta contro i rincari. Questi ultimi erano quantificati tra i 30 e i 35 euro e dovuti ai pagamenti non corrisposti dai morosi alle diverse società. Tale falsità si è propagata, nonostante l’Autorità per l’energia elettrica e per il gas (Arera) avesse sì deliberato in tal senso, ma in una misura decisamente più soft.
Lo scorso gennaio l’authority ha deliberato, invece, che parte degli oneri generali di sistema, lasciati scoperti dai cattivi pagatori e quantificabili in 200 milioni, debbano essere coperti dagli utenti e non dai distributori, come era accaduto sino a quel momento. In tale voce, in genere, incidono maggiormente gli incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate. Ovviamente, le diverse associazioni dei consumatori si sono fatte sentire ma l’ente non poteva adottare scelta differente. Infatti sia il Consiglio di Stato nel 2016 che il Tar della Lombardia in quattro occasioni hanno stabilito il principio giuridico secondo cui gli utenti debbano accollarsi tale onere.
In tutto ciò ci si chiede a quanto ammonta l’aumento. Ebbene, secondo Clara Poletti, direttore della divisione energia per l’autorità, ha dichiarato che tale balzello inciderà per circa il 2% degli oneri complessivi, che si tradurrà in un aumento annuo tra i 2 e i 2,20 euro, da praticare almeno tra un anno.
Dopo la diffusione di questo leggero aumento, arriva invece una notizia più lieta. L’autorità per l’energia ha deliberato, venerdì 23 febbraio, la riduzione dei tempi di prescrizione per le bollette da 5 a 2 anni, dunque dando seguito a quanto inserito nella legge di bilancio 2018. Praticamente gli operatori di energia elettrica non potranno mandare fatture con conguagli relativi a periodi superiori ai 2 anni. Nello specifico, entreranno nel nuovo regime le bollette che scadranno dal primo marzo in poi. Inoltre da tale data il cliente deve essere informato di questo nuovo diritto almeno 10 giorni prima che scadano i termini di pagamento. Il calcolo dei 24 mesi, invece, partirà da quando i gestori sono obbligati ad emettere la fattura, cioè entro 45 giorni dall’ultimo giorno fatturato.
Il provvedimento si è espresso, poi, anche su un altro ambito, ossia quando l’operatore non spedisca il conguaglio al cliente, pur avendo già le letture. In tal caso, se i consumi sono riferiti a un periodo superiore ai due anni, il cliente è legittimato a sospendere il pagamento, previo reclamo al venditore e qualora l’Antitrust abbia aperto un procedimento nei confronti di quest’ultimo, quest’ultimo poi avrà inoltre diritto a ricevere il rimborso dei pagamenti effettuati qualora il procedimento Agcom si concluda con l’accertamento di una violazione.
Finora le novità per il settore sono state due, ma se ne prospettano anche altre entro l’anno. Nella fattispecie, secondo La Repubblica, l’autorità starebbe pensando sia a evidenziare in bolletta gli eventuali importi che possono già considerarsi prescritti, che di definire in modo più chiaro quando la mancata lettura è colpa dell’operatore e quando del cliente finale, con l’obiettivo di arrivare a una prescrizione automatica.