Biodiversità per l’alimentazione del futuro

Biodiversità – In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2015 “L’alimentazione e la storia d’Europa identità culturali e alimentari alle radici dell’Europa”, sabato 19 settembre 2015, l’associazione Garden Club Verde Irpinia, ha organizzato un evento unico nel suo genere.

La serata è stata introdotta dalla Presidente del Garden, Olga Borriello e da Giampaolo Favorito, agronomo titolare dell’Azienda biologica Giovomelo (nota per l’eccellente succo di melograno); protagonista dell’evento, nella splendida cornice del Carcere Borbonico di Avellino, il Prof Roberto Grassi, ordinario di Radiodiagnostica presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, che ha tenuto una conferenza dal titolo

 

Tutela della biodiversità per l’alimentazione del futuro”.

Soltanto una cultura approfondita anche di uno solo degli alimenti che portiamo sulla nostra tavola può cambiare l’approccio all’ acquisto, alla conservazione, alle modalità di preparazione. La storia che si cela dietro un alimento ce ne fa comprendere gli utilizzi più vari e il valore che esso poteva assumere nelle varie classi sociali.

Nasce cosi quella che il Professore ha definito la “storia del fagiolo”, un viaggio all’interno di uno dei legumi più noti e diffusi sin dall’antichità.

Gli Egizi ne consumavano una varietà definita Dolichos, detto anche Fagiolo con l’occhio, per la presenza della piccola macchia nera in superficie e gli stessi venivano utilizzati anche nel corso dei riti isidei. Definiti “vili” nelle georgiche di Virgilio, i fagioli hanno acquisito nuova dignità con Celio Apicio nel “De re coquinaria”, che li condiva con garum, agresto o altre salse piccanti, come antipasto. Utilizzato a Pompei, soprattutto in associazione alla cipolla, rappresentava uno degli alimenti afrodisiaci più diffusi dell’epoca.

Considerata l’unica alternativa penitenziale alla carne nei conventi durante il periodo del Medioevo, era in realtà unica reale alternativa per il volgo, tanto da essere ribattezzato come “la carne dei poveri”. Intanto, dall’altra parte dell’Oceano, il fagiolo veniva coltivato in grandi quantità insieme al mais, tanto da catturare l’attenzione di Colombo. Fu così che il fagiolo cominciò a diffondersi in modo trasversale tra le diverse classi sociali, con le sue numerose varietà e benefiche proprietà nutritive.

Il phaseolus è il rappresentante di una grande famiglia in cui spiccano, oltre ai ben noti borlotti e cannellini, i più pregiati bianchi di Spagna e fagioli di Lima, non dimenticando la piccola grande famiglia ad esso affine che è quella del fagiolino.

Semplicità nelle modalità di conservazione e di preparazione hanno reso il fagiolo un alimento completo e di grande interesse non soltanto gastronomica, ma anche artistica, al punto tale da passare alla storia con il ben noto “Mangiatore di Fagioli” di Annibale Carracci.

“Tutto ciò per dimostrarci cosa, professore Grassi?”

“Perché se fino ad ora ognuno di noi conosceva a menadito molteplici varietà e marche di pasta, ha avuto la possibilità, con questo incontro, di aprire i propri orizzonti e di scegliere, anche su un semplice banco di supermercato, la qualità che desidera e non soltanto quella che viene proposta”.

Autore Graziella Di Grezia

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