Scrivere il futuro, ricordare il passato, raccontare attraverso le parole, accanto agli altri, per la strada , è sempre possibile.
Sono innumerevoli gli appuntamenti con la memoria, con la poesia, con la letteratura, che possiamo osservare, guardare per strada, se vogliamo ritraendone un significato. L’arte di strada, ancora poco conosciuta ed apprezzata in Italia, può contribuire a far nascere questo desiderio, attrarre perchè in essa è possibile cogliere lampi di libertà e di senso ….sui muri, forse, la poesia ritrova quel posto che è davvero suo, lasciando un segno di libertà, diventando arte popolare, uscendo dall’ angolo elitario in cui è sempre stata relegata.
Quanti i romanzi, i racconti scritti durante dei viaggi? -“On the Road”, di Kerouac , per esempio – che non è una banale protesta, ma la ricerca e la proposta di una vita spirituale, dell’innocenza umana.
«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati» «Dove andiamo?» «Non lo so, ma dobbiamo andare» |
Jack Kerouac, On the Road |
Si, proprio quell’innocenza, quella puerilità, quell’infinità di significati che ritroviamo in una poesia scritta sui muri o quella rivoluzione intrinseca nei murales delle periferie che si risvegliano colorate. Quante volte la musica suonata in strada ci incanta, attraverso iniziative di arte pubblica e interattiva, musiche che emozionano, che riflettono ciò che siamo, agli angoli delle strade, esprimono la libertà. Risale a qualche giorno fa l’appuntamento con il Festival poesia e arte di strada di Roma,celebrato al Trullo. Raggiunta la terza edizione, il festival permette a dei gruppi di poeti emergenti di proporre alternative positive di poesia e street art, favorire queste iniziative vuol dire forse mantenere viva la possibilità per tutti di esprimersi, anche con le parole .Potrebbero nascere ancora altre e tante iniziative nelle nostre città , create e fatte di persone che con l’arte in strada riportino l’attenzione sulla memoria, sulla socialità e sugli spazi comuni.