Si e’ svolto al complesso monumentale del Carcere borbonico il convegno organizzato dalla Rete So.m.a. (Solidarieta’ e Mutualismo Avellino) per la giustizia sociale e la lotta alle disuguaglianze. E’ stata un’occasione per staccare temporaneamente la spina dall’assalto dei politici locali e nazionali protesi nel rush finale per le lezioni comunali ed europee.
So.m.a.raggruppa tutte le associazioni ed i cittadini privati che vogliano impegnarsi ed agire solidalmente a favore delle fasce di popolazione piu’ deboli, in quanto esposte alla crisi senza distinzione di etnia, genere e lingua. E rientra nel Forum delle Disuguaglianze e Diversita’ promossa a livello nazionale da otto organizzazioni tra le quali Action Aid, Caritas Italiana, Cittadinanza Attiva, Dedalus Coop Sociale, Legambiente, Uisp. Tale Rete ha stilato un rapporto contenente “15 Proposte per la giustizia sociale”che e’ stato consegnato al capo dello Stato lo scorso 20 marzo, ed al pubblico il 25 marzo.
Per citarne alcune, la prima promuove la conoscenza come bene pubblico globale e la modifica degli accordi internazionali in campo farmaceutico con l’obiettivo di ridurre il costo dei farmaci rendendoli accessibili a tutti; un altro punto si propone di assegnare alle imprese pubbliche italiane missioni strategiche di medio-lungo termine che le consentano obiettivi di competitivita’, specie riguardo alle scelte tecnologiche, ci si propone di promuovere la giustizia sociale nelle mission delle Universita’ Italiane, cosi’ come nella ricerca privata; come di coordinare la collaborazione tra Universita’ e centri di competenza di piccole e medie imprese. Il Forum DD prevede inoltre di costruire una sovranita’ collettiva dei dati personali e degli algoritmi pere evitare che tali dati siano appannaggio esclusivo di poche grandi aziende, come’e avvenuto negli ultimi anni: per evitare che i giganti del web continuino a prevaricare e’ necessario rimuovere gli ostacoli allo sviluppo delle comunita’ di innnovatori in rete.
La proposta nr. otto riguarda le strategie di sviluppo dei luoghi, che puo’ interessare le nostre zone interne in quanto il progetto e’ quello di coinvolgere la partecipazione degli abitanti mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie. Ai ceti deboli andranno indirizzati anche gli strumenti di sostenibilita’ ambientale, non sempre alla portata dei meno abbienti. A costoro e’ rivolta anche la proposta nr. 12 che porta avanti il discorso dei minimi contrattuali, introducendo un salario minimo legale non inferiore ai dieci euro, dando allo stesso tempo piu’ forza alla capacita’ dell’Inail ed altri enti ispettivi per il monitoraggio e il contrasto delle irregolarita’. La proposta nr.11 riguarda il reclutamento, la cura e la discrezionalita’ della P.A.: il rapporto prevede che ci sia 1) un forte emirato rinnovamento (anche disciplinare) delle risorse umane; 2) politica del personale che elimini gli incentivi monetari legati ai risultati sostituendoli con premialita’ delle competenze organizzative, il tutto subordinato alla valutazione non del superiorem della comunita’ dei cittadini. Nell’esposizione delle proposte si sono avvicendati esponenti del Form DD, del S.o.ma. , dell’Osservatorio delle politiche Sociali dell’Unisa, ma anche rappresentanti di Libera, della Caritas e della Cgil.