In questi giorni sta impazzando su Internet le polemiche sul concorso indetto dall’azienda napoletana Carpisa, il cui vincitore può ottenere uno stage dalla durata di un mese, con un rimborso spese di 500 euro.
A questo punto, qualcuno si può chiedere: ma come fare a partecipare? Le modalità di partecipazione sono davvero semplici: acquistare una borsa da donna griffata Carpisa della collezione autunno-inverno 2017/2018, conservando il codice gioco; poi elaborare un piano di comunicazione, al fine di valorizzare al meglio il brand, per la collezione primavera/estate 2018 firmata da Monica e Penelope Cruz.
Tale piano, prevede, tutta una serie di requisiti: 1 – Definizione dei punti di forza e il messaggio dei prodotti; 2 – Analisi del posizionamento del brand; 3 – Evidenza degli obiettivi del lancio; 4 – Definizione del target di riferimento; 5 – Definizione del budget; 6 – Dettaglio delle tattiche ed elenco delle azioni di comunicazione. Infine la partecipazione è pienamente riuscita soltanto inviando il form con tutti i propri dati, dopo aver seguito i passaggi già menzionati.
Una volta palesate le regole, è scoppiata la rabbia della clientela. I più accusano l’azienda di adoperare questo mezzuccio, soltanto per incrementare le vendite, sfruttando appieno il bisogno di lavoro di molti ragazzi italiani. Altri invece bersagliano il responsabile marketing, reo di aver acconsentito al lancio di questa campagna, al punto da chiederne il licenziamento. A causa di queste critiche, dunque, l’hashtag #carpisa è stato ieri, suo malgrado, al secondo posto tra i trending topic di Twitter.
A questo punto non potevano che arrivare le scuse della casa di pelletteria, la quale afferma in una nota “L’azienda si scusa per la superficialità con la quale è stato affrontato un tema così delicato come quello del lavoro”. Inoltre, è fatto presente che il messaggio passato è in antitesi con un’imprenditoria attenta al mondo giovanile; non a caso ben 50 giovani entrati in azienda dopo uno stage negli ultimi tre anni e in più oltre il 40% dei collaboratori aziendali ha meno di 29 anni.
A questo punto bisogna capire fino a che punto sia stata compromessa la serietà del brand, già messa sotto accusa nelle scorse settimane per il fatto che la casa di pelletteria non abbia in alcun modo “salutato” il giovane Vincenzo Ruggiero, il ragazzo assassinato in maniera cruenta da Ciro Guarente, commesso per il punto vendita del centro commerciale “Campania” a Marcianise (CE). #Francesco Stabile.